Non c'è niente di più noioso delle cose noiose e prevedibili, quindi ancora più noiose. Qualcuno nei giorni scorsi, complici prestazioni non troppo brillanti e un precedente che faceva poco testo, pensava che Novak Djokovic potesse rischiare qualcosa già oggi contro il pur buon ceco Machac. Niente di più sbagliato, perché il serbo nei primi due turni ha al solito giochicchiato al gatto col topo, mettendo benzina nelle gambe di titanio. Come accade da circa vent'anni. Oggi doveva alzare un po' i giri al motore e non ha voluto rischiare nulla, vincendo in modo autoritario. L'avversario, spesso costretto all'angolo nella mortale diagonale di rovescio ha fatto la figura dello scolaretto. Nole solido e tirato a lucido quindi, che ha messo nel mirino il quarto di finale con Alcaraz. Il tutto nell'altrettanto prevedibile (e quindi noioso) scintillare di urla scomposte, esultanze fuoriluogo, medical time out d'altri tempi, pose da Hulk e liti con sparuti spettatori cercati col lanternino. È ormai il nuovo personsggio, una rinnovata prova attoriale, forse la più complicata: Kattivik. Da giovane fallì quella del simpatico, rendendosi conto di non riuscirci nemmeno da vecchio (ne furono capaci persino due arci-antipatici come McEnroe e Connors, senza recitare), ora prova a reinventarsi Kattivik, col serio rischio di fallire anche questa, surclassato da due cattivi naturali come Collins e Medvedev. Il motivo è semplice: lui non è né simpatico, né antipatico ma, in modo naturale, sta sul cazzo a qualcuno. Succede. E uno che sta sul cazzo, se prova rendersi simpatico facendo il buono o antipatico interpretendo il cattivo, produrrà il risultato di stare sul cazzo ad ancora più persone. Di sicuro, prova a spostare l'attenzione dal tennis, perché sa bene che nemmeno il massimo del suo tennis attuale (pur ottimo), basterà per venire a capo di Alcaraz ed eventualmente Sinner in finale. Due partite che può vincere solo di testa ed esperienza.
Proprio Alcaraz, complice il solito sfarfalleggio, lascia un set per strada a Borges. Ora lo attende Draper, in un confronto che prometterebbe grande spettacolo. Non fosse che l'inglese ci arriverà cotto come una zucchina al vapore, perché uscito vittorioso della terza maratona consecolutiva in cinque set. A proposito di belle maratone, i sostenitori del tennis tiktok due set su tre non avranno apprezzato l'altra impresa di Davidovich Fokina, il geniale folletto perdente, reinventatosi pugnace castiga predestinati, vecchi e nuovi: dopo Aliassine, stavolta recupera due set a Mensik.
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