Tabellone femminile, stavolta, con una grande favorita d’obbligo: Petra Kvitova, prossima alla prima piazza mondiale. Poi un gruppo con una dozzina di antagoniste. Dalle uniche ed ancora irriducibili campionesse in tabellone, malgrado il normale logorio del tempo: Serena Williams e Kim Clijsters, all’esperta Na Li, fino alla valchiria Azarenka. Buone possibilità d’inserimento anche per le italiane Pennetta (ammesso che abbia superato l’intoppo neozelandese) e Schiavone, con un un tabellone non impossibile.
Wozniacki (1) - Na Li (5). Continua a procurarmi un po’ di imbarazzo, il parlare della danese pulzelletta insipida Carolina, come numero uno al mondo ad orologeria morta. Le sue già pochissime, infinitesimali, possibilità di successo finale, sono arrivate in prossimità dello zero dopo l’acciacco patito a Sydney. Una pietosa mano gliela dà il sorteggio. Primo vero ostacolo sarà l’arcigna rumena Niculescu dall’agricolo dritto in back, che non è un granché ma non si batte nemmeno da sola. Più pericolosa lei che le ex promesse d’oltralpe in disgrazia, Cornet e Parmentier. Ci attende quindi un ipotetico ottavo al cloroformio avariato, con Jelena Jankovic. Anche lei ex numero uno senza slam, senza un miserabile colpo definitivo e che fa della corsa l’unica arma vitale. Alla figlia di Varenne serba però, qualche luminare della tattica travestito da coach che ha visto la luce, deve aver finalmente riferito una sconcertante novità: quando una Schiavone qualsiasi ti chiama a rete su una smorzata, indietreggiare risulta poco produttivo, oltre che ridicolo, se non stai girando un episodio d’epoca di “oggi le comiche”. Meglio tentare una volèe artigianale. Se non la serba (preghiamo il dio Odino), possibilità in questo spot per la mancina Safarova (sempre insidiosa se trova la sparecchiante giornata di tramontana giusta, come il suo boyfriend Berdych) o l’emergente americana McHale. Due noccioline (di pura speranza) le metterei sulla neozelandese Erakovic, abbastanza gradevole. E di sti tempi, basta e avanza.
Curioso il caso della cinese Na Li, caduta in disgrazia dopo la vittoria parigina. Ha iniziato la stagione dimostrando una ritrovata condizione. Gioca bene solo quando va d’accordo col marito coach (una specie di stratega di risiko con occhi a fessura). Se per due settimane riescono a non tirarsi appresso i piatti, rischia di andare molto avanti. Per lei primo turno durissimo contro la buona mancina russa Pervak, più insidiosa di una Medina Garrigues, in un terzo turno. Ottavo interessante e re-match della finale 2011 con Kim Clijsters, belga con nuova pettinatura da pecora merinos ed ossi (apparentemente) sani. Lei dice di essere al massimo e, Hantuchova permettendo, con la cinese assisteremmo ad una semifinale travestita da ottavo. L’esperta slovacca, col nuovo coach Pistolesi (quello che voleva malvagiamente tarpare le ali al meraviglioso augello dalle piume dorate, Bolelli), appare motivata.
Wozniacki 35% (Jankovic 25%, Safarova 20%, Niculescu 10%, MCHale 9% Erakovic 1%) – Na Li 40% (Clijsters 35%, Hantuchova 20%, Pervak e Medina 5%)
Azarenka (3) - A.Radwanska (8). Vika Azarenka perennemente sospesa tra sulfurei deliri demoniaci ed infortuni psicosomatici, alla ricerca della consacrazione a suon di raggelanti urla spettrali ("iiiihhhhhhhh"). Dalla sua parte una serie impressionante di mine vaganti. Subito il cioccolatino baffuto Heather Watson, giovinetta impertinente. E soprattutto Mona Barthel, emergente tedesca che sponsorizzo da un paio d’anni, Mona. Brufolosa, lineare e completa, proprio in queste ore protagonista della finale ad Horbart. Se non lei, la sapida Cetkovska o l’arrembante nippo Morita. Sulla carta, ottavo Azarenka-Peng, con la quadrumane Shuai in calo. Occasione d’oro per Flavia Pennetta, che troverebbe la cinese, giù mazzuolata a New York, al terzo turno. Per la fantozziana brindisina che pareva in condizioni smaglianti, molto dipenderà dal recupero, dopo l’ultimo acciacco.
Agnieszka Radwanska, forse un po’ sottovalutata (a 51,00 forse un copeco lo si poteva puntare, per una sua vittoria finale), avrà il suo bel da fare. La truzza Mattek-Sands (un pugno nell’occhio), l’ex tettuta Halep, quindi Pironkova, Wickmayer o Voskoboeva. Interessante primo turno tra le due. Tra roncole e bizzose “foglie morte” della kazaka. Possibile ottavo tra la polacca e Schiavone. Sulla strada della milanese Romina “palombella” Oprandi, se questa passerà il primo ostacolo. Da ferme e di esclusivo braccio, sarebbe match da nemmeno quotare, a favore di Romina. Le chiacchiere lasciatele a Barazzutti, supertennis e federales che indossano il gonnino merlettato della leonessa. Purtroppo nel tennis vale anche il fisico, e allora tocca solo sperare in un miracolo. Dopo il quale, denudatomi, farei un solitario carosello. Ostacoli per Schiavone anche Julia Goerges, più bella che brava (nel verso senso, non è una battuta come quella del l'ex premier da nosocomio), o Kimiko Date, 41enne che ancora si diverte a sferruzzare palline.
Azarenka 40% (Pennetta 20%, Peng 20%, Barthel 15%, Cetkovska 5%) - Radwanska 35% (Schiavone 25%, Wickmayer 15%, Voskoboeva 10%, Mattek 5%, Pironkova 5%, Oprandi 5%)
Zvonareva (7) - Sharapova (4). Fa molta tenerezza la russa Vera, già in calo verticale e senza molte chances di vittoria finale, sulla cui strada sono state piazzate le due fiere più pericolose del lotto. Quell’esemplare di violenza estone (Kaia Kanepi) che ha vinto tritando tutte il primo torneo stagionale a Brisbane, quindi negli ottavi Serena Williams. Il cucciolo di Tyson, pur a mezzo ed indolente servizio, una volta in campo, fa sempre paura autentica. L’austriaca invasata Paszek col volto di bella e furba zingarella e la gnoma terrificante Cibulkova, sulla strada dell’uragano Serena.
Non sappiamo bene in quali condizioni sia l’urlante statua siberiana Masha Sharapova, dopo il cruento infortunio di Istanbul. E daje e daje, ad un certo punto anche Axl Rose si arrese, ed ora canta come uno stempiato eunuco afono. L’ugola alla varechina di Maria sarà messa a dura prova dalla Briegel in gonnella Angelique Kerber (una che spacca palline e racchette), e dopo aver visto la quale andrebbe rivisto l’intero concetto di virulenza. Quindi da Sabine Lisicki. Da quelle parti una sempre più confusa e confusionaria Kuznetsova, che invece di soluzioni tattiche è solo stata capace di iniziare a gemere come un muflone colpito a morte da una scure.
Zvonareva 25% (Serena 35%, Kanepi 25%, Cibulkova 15%) - Sharapova 30% (Lisicki 25%, Kerber 25%, Kuznetsova 10%, Peer 10%)
Stosur (6) - Kvitova (2). La campionessa degli ultimi Us Open ha iniziato la stagione balbettando sinistramente. Sembra dover svenire ad ogni colpo, dalla paura. Un terrore autentico. Al punto da far apparire quelle finali battute a New York, come ancestrale coincidenza pietosa delle divinità. Il cerbiatto Cirstea, l’emiliana rematrice Errani, o l’esperta nipote di Beppa Giosef, Petrova, inizieranno a testarne la condizione. Ben più probante (anche per i nostri stomaci assuefatti al maalox), sarebbe l’ottavo con Marion Bartoli. Il primate francese non dovrebbe avere grossi problemi, tranne che con la minuscola ed esperta cinese Jie Zeng (tzè-tzè-gnè-gnè), leziosi guizzi di Roberta Vinci o ritorni di fiamma di Jelena Dokic (se si presenterà sotto gli 80 kg , almeno), a parte.
La quasi numero uno Petra Kvitova (questione di giorni, forse ore) comincerà a fare sul serio dal terzo turno, affrontando una tra Kirilenko e Gajdosova. Bel primo turno tra loro. Due belle ragazze, se non altro. Quindi ottavo che si giocheranno la basculante Anastasiona Pavlyuchenkova ed Ana Ivanovic (sempre più imbarazzante, tranne che per quei tre giorni in cui trionfa nel "masterino" di Bali. Ove accede mica per aver vinto un torneo come regola imporrebbe, ma per pietoso invito degli organizzatori a favore di fotografi ed onanisti multipli). Tra le due potrebbe spuntarla la terza incomoda, ossia quella tascabile americanina dagli occhi a mandorla, Vania King.
Stosur 45% (Bartoli 45%, Jie Zeng 10%) - Kvitova 50% (Pavlyuchenkova 15%, King 15%, Ivanovic 15%, Kirilenko/Gajdosova 5%)
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