Nel 1990 ero ancora un romantico ragazzino pieno di dolci sogni. L’irrefrenabile desìo d'irrompere in un convivio di riccastri villeggianti a Cortina "di un Pezzo", sparando all’impazzata sui vari finti "Calboni”, empiva il mio spirito di ribelle sognatore. Purpurei schizzi di ripugnante sangue nobile, dentiere, schegge d'ossi, tartufi, parrucche, rolex e pellicce d’ermellino che volavano via tra gli inarrestabili colpi del mitragliatore. “Giovane liceale, forse drogato, impazzisce e imbracciato un mitra fa una strage: Morte 32 personalità ricche del nostro paese. Il sindacato degli abbienti ladri e l’associazione di nobili dalla 'evve' moscia, chiede una punizione esemplare per l’esaltato sovversivo. Sicuramente comunista.”.
Fin troppo tenero in quell’ambizione utopica, accompagnata dalla sportiva speranza che Johnny Mac potesse tornare a vincere uno slam. Desiderio che proprio quell’anno fu stroncato in semifinale a New York da un imberbe giovanotto da passo gorillesco ed impacciato, che lanciava missili terra aria: Pete Sampras. Per il ragazzo nato dalle terre di Zorba forgiato dal Dio Apollo, quello fu l’inizio di una carriera leggendaria.
Vent’anni dopo, quei miei sogni sono andati in frantumi. Disattesi e sviliti. Anche la sparatoria in salsa finnica (ma perché in Finlandia gli psicopatici sparano solo nelle scuole? Una cosa che mai capirò), è andata delusa. Un desiderio affievolitosi sempre più. Ma quando l’altro giorno sento che sotto il governo dei tecnicissimi uccelli impagliati (che ha da poco sostituito quello mignottesco-masso-mafioso del pupazzo ridicolo) v’è stata una feroce irruzione della Guardia di Finanza anche tra i villeggianti ampezzani, un risolino isterico m’ha colpito. Senza motivo. Controlli fiscali anche ai ricchi, e non solo tra le bancarelle dei senegalesi (quelli sopravvissuti agli spari di qualche esaltato neonazista che pare il gemello di Borghezio, o alle mafie). Quando, il sempre solertemente ripugnante, Cicchitto ha levato il suo accorato grido di straziante dolore a sostegno dei ricchi (vigliaccamente) soggetti a controllo, la risata è divenuta più isterica. Pensavo a quella pensionata senza dentiera a 480 euro mensili, che per vent’anni ha votato e garantito il potare al partito dei Cicchitti, invece di comprendere che avrebbe dovuto sputargli in bocca.
Cosa minchia c’entra questo inutile preambolo, col tennis? Il Picasso, con l’anno nuovo, ha dimenticato che in questo spazio tratta sommariamente di tennis immaginario? Che di politica, pornazzi e uncinetto creativo, scrive altrove? Per niente. C’entra e come. Per non so quale motivo, ampezzani a parte, ieri ho provato la stessa sensazione di vent’anni fa, anche osservando le gesta di Milos Raonic. In minima parte (un centesimo forse, o un po’ di più, tanto per non ricadere in una bestemmia passibile di scomunica e reclusione nelle segrete dell'immaginario vaticano tennistico) m’ha colto la medesima smarrente sensazione che ebbi guardando Pete Sampras. Facile potenza di colpi nel braccio, servizio devastante ed in giocabile, il tutto, in un’altra comunanza rispetto a vent’anni fa, su un ragazzo allampanato e col volto imberbe. Poco più di un bimbo pacioccone vagamente tonto alla Potsie Weber, su di un fisico da allungata pera della California, questo canadese con le stimmate del futuro campione.
I pirotecnici fuochi di Milos Raonic. Ieri Milos ha finito per trionfare in India, a Chennai, in uno dei primi tre tornei stagionali. In finale stronca la quasi eroica resistenza dell’occhialuto filosofo tennista Janko Tipsarevic, che fa i capitomboli all’incontrario per acciuffare tre tie-break. Il serbo inizia l’anno come lo aveva chiuso. Solido e tenace, da top ten autentico, grazie ad una ritrovata serenità mentale (provate voi a non essere sereni con quel popò di fidanzatina/tona, che un poco sembra patire il clima da "fogne di Chennai"). Janko non è quel leggendario e calante Supermac del 1990, ma quando un top ten finisce per non potere niente, malgrado miracoli al limite dell’eroismo antico, significa che dall’altra parte si muove qualcosa, se non di grande, cui dedicare grande attenzione.
Servizio di imbarazzante efficacia, quello del giovane canadese. Non lo perde mai del corso del torneo, per dire, partorendo una media di quasi due ace a game. Una battuta che te la serve con notevole intelligenza e varietà. Scordatevi le (esclusive) potenze in stile Karlovic. Anche il dritto, parte fluido, efficace e vario. Può piacere o meno questo modo estremo di interpretare il tennis, ma Milos è davvero un Del Potro ancora più ingiocabile, con un bagaglio di attacchi e volée che all’argentino non appartiene. Vincerà slam? Chi può dirlo, non sono mica Frate indovino. Certo è che, continuando così, potrà completare quell’ascesa inarrestabile della scorsa stagione, stroncata dall’infortunio pre-Wimbledon, quando doveva battere Nadal (in quattro set). Dopo il vaticinio di qualche luminare sul Bolelli 2009, si può pronosticare il Master di Londra anche ad un cane di pura razza bracco italiano, senza pericolo di cadere nel ridicolo. Col canadese, di conseguenza, si può osare.
Gli altri predestinati, con sponsor a seguito. Già adesso Raonic si mostra mentalmente più maturo rispetto ai vari (e più sponsorizzati) predestinati: Quel piccolo Federer congegnato nella galleria del vento bulgara, Grigor Dimitrov, fino ad ora esibitosi solo in qualche lampo prodigioso, testimonianza di una innegabile classe sopraffina. Senza testa però, ormai lo abbiamo capito dai tempi di Noè, si va poco lontano. A Perth, dove è in scena una specie di torneo misto a squadre, Grigor si mette in mostra solo per qualche numero da clown nel doppio misto e per aver fatto la figura di piccolo scolaretto irriverente, bacchettato dall’esperto campione. Dove l’esperto campione non è Nadal, Borg o Federer, ma Mardy Fish. Il mite Mardy Fish. Bernard Tomic invece, da cui si attende l’acuto di consacrazione nell’estate australiana, a Brisbane è disinnescato da Murray, in semifinale. L’altro sulla rampa sarebbe Ryan Harrison, americano dalle buone doti, ma lontanissimo dall’idea di futuro top 3 o 4. Io, tra i giovanotti, continuo a preferire il circo vero di Benoit Paire. Ma faccio poco testo, per il tennis di vertice.
Nadal e Federer arrancano, Murray centra il primo bersaglio minore. Ancora nella navicella ritemprante Novak Djokovic, c’era attesa per vedere l’esordio di Nadal e Federer. In Qatar i due iniziano con una pagliacciata kitch d’esibizione al buio, con le candele al posto degli spettatori. Finirà così, tra qualche anno, temo. Sul campo invece si dimostrano ancora lontani dalla migliore condizione. Nadal perde in due set da Gael Monfils. Riuscendo a far sembrare anche l’orridissimo e snodabile difensore folle di Francia, un attaccante certosino. Federer nemmeno scende in campo, nella semifinale che lo vedeva opposto Jo Tsonga. Lo svizzero, forse deluso e sgomento dall’ignominia d’aver ceduto un set al tigro montanaro Seppi, scampato il pericolo decide che è meglio fermarsi qualche giorno. Guarire e riflettere. La finale tra i due francesi delle colonie, tra un poderoso e smagliante attaccante (Tsonga) ed un esasperante muro di gomma (Monfils), la vince (viva iddio) il primo. A Brisbane bene inizia Andy Murray, che batte agevolmente due virgulti sulla rampa di lancio: Tomic e quel satanasso gaudioso di Dolgopolov, in finale. Riuscirà il nuovo coach Ivan Lendl a renderlo vincente da slam? Lui, "Ivano il terribilissimo" ci riuscì a 24 anni: quando Borg smise, Connors divenne vecchio, e Supermac si annoiò. Insomma, al limite Ivano (che per vent'anni ha anche vissuto lontano da tutto) potrebbe portargli bene, non di più.
Pennetta, e la nuvola di Fantozzi. In Nuova Zelanda, terra di Americas Cup e capre belanti, Flavia Pennetta appare in una forma smagliante. Finalmente. Il nuovo anno sembra averle portato in dono una condizione fisica lussureggiante. Centrata, completa e propositiva, stende senza nessuna possibilità di replica due buone tenniste come Vesnina e Kerber in semifinale, nella triste rivincita del ben più importante quarto nuovayorkese. In finale, l’esperta cinese tascabile da ping-pong tennis, Jie Zeng (Jie gnè-gnè), non sembra avere scampo. Neanche la pioggia battente e l’improvvisato campo coperto in una palestra dello ardimento, può minare la sua granitica sicurezza. 6-2 2-0 di slancio, prima dell’inattesa nuvola fantozziana implacabilmente abbattutasi sulla nostra eroina. Un infortunio alla regal chiappa destra o poco sopra, che dapprima appare leggero, poi la costringe alla precauzionale resa ad inizio terzo set. Anche Potone Starace, sugli “spalti” della palestra, sembra teso. Sfortuna vera, perché la brindisina era lanciatissima verso un buon Australian Open da affrontare come outsider di lusso, assieme all’implacabile Kaiona Kanepi, dominatrice a Brisbane. La speranza di noi tutti è che Flavia possa superare questo piccolo intoppo, e magari anche completino. Che forse il rosso-vermiglio-bordeaux non porta buono.
Ciao Pic, bentornato! Trascorso un Natale sereno? Comunque...tra i giovani da tenere d'occhio metterei anche il belga Goffin, discreto a Chennai. E' completo ed ha carattere, anche se mi e sembra ancora leggerino. Allora, Picasso, qualche consiglio sui match di questa notte? Tra gli altri, alcuni interessanti match wta(vedi Hantuchova vs Kvitova) ed atp (Kohli-Harrison etc.). Attendendo una tua risposta, ti saluto e ti auguro un sereno anno nuovo. Angelo
RispondiEliminaRicordo anche io la prima volta che vidi il ragazzotto Sampras giocare: servizio micidiale e discesa a rete, servizio e discesa...rimasi folgorato dalla potenza ed eleganza di quel gioco, solo un po' offuscato da un rovescio ad una mano onestamente non all'altezza. La stessa sensazione che ho avuto quando vidi un altro ragazzotto (svizzero questa volta...) giocare nel 2003 in semi con Roddik a Wimbledon (e pensa che quella volta cominciai il match con l'attenzione rivolta al "nuovo Sampras" americano, ma ben presto mi innamorai del gioco dello svizzero). Ora, fortuna che hai sottolineato che il paragone tra Sampras e Raonic potrebbe addirittura essere blasfemo, però io non riesco a vedere tanti punti di contatto tra i 2 giocatori, oltre ovviamente al servizio (ed alla debolezza del rovescio). Ma a rete Raonic non credo valga neppure un'unghia di Sampras, questo anche perché questi nuovi giocatori crescono con la consapevolezza che scendere a rete non serva più. Però spero di sbagliarmi, non posso continuare con Nadal e Djokovic che si smazzolano per i prossimi 5 anni...
RispondiElimina@Angelo,
RispondiEliminaCiao, ed auguri anche a te di un sereno 2012., Che ci porti Saverio Malisse vincente nell'edizione 2012 di Wimbledon. Va beh, anche vincente ad Hertogembosh, sarebbe manna dal cielo. =)
Goffin certo lo avevo visto già qualche anno fa, ed anche lo scorso anno di questi tempi. E' un bel peperino, leggero certo (anche se non pare proprio 163 cm, come scrivono nel sito)
In ritardo per rispondere alla tua domanda, ma Petronia contro la neo allieva di Pistolesi (già troppa gioia nel vederla stendere la maschia federales "ahuiiiiih"), l'ho presa senza problemi. Kohli può perdere contro Maga Magoo o giocarsela con Nadal. Quello è.
p.s. Visto che si discute di pronostici: Quell'immondo essere figlio di un malvagio parto della natura crudele (Isner), perdendo da Bobby Reynolds (contro cui non perde manco l'attuale Cancellotti), m'ha fatto perdere 143 euri pieni.
Dovrebbero levare Isner da ogni competizione sportiva, causa indecenza.
@MakB,
Ciao, ben ritrovato. Il paragone con Sampras è volutamente e dichiaratamente blasfemo. Ed ho sottolineato anche il "centesimo" della stessa sensazione avuta guardando il primo Sampras.
La comunanza m'è venuta pensando agli ampezzani, alla medesima espressione da bambini dinoccolati e timidi tra un punto e l'altro e da killer spietati quando la palla è in gioco, che appartiene ad entrambi. Oltre alla assoluta ingiocabilità nei loro turni di servizio.
Chiaro che come tennis siamo su due livelli assolutamente diversi. Uno è leggenda del tennis, l'altro, se va bene, potrà vincere uno slam (ma deve andare molto bene). Detto questo, secondo me il canadese non è esclusivamente servizio, ma ha un bel braccio tennistico ed un gran carattere. A rete non sarà Edberg o Rafter, ma quando occorre ci va, e non combina macelli (mi sembra già qualcosa...) =). Di certo si destreggia meglio di Del Potro, che vede nel gioco di volo la lacuna più grave. Non a caso ultimamente ci si sta impegnando maggiormente.
I prossimi 5 anni vedremo, disse il saggio...=)
Secondo me ha un buon futuro se non si infortuna, la cosa mi preoccupa perchè si è già fatto male due volte ed è molto giovane. Lo scrissi già in passato sopratutto perchè è umile, applicato e mentalmente sembra "resistente", di chi si vede all'orizzonte punterei 5 euro su di lui e 10 su Dolgopolov per speranza. Penso anch'io che non sia un ricamatore ma come giocatore moderno a rete ci sa stare con dignità, non sono mai scoppiata a ridere per una sua volee che è cosa buona!
RispondiEliminaHo passato anche io una giornataccia a cortina, ho preso la multa perchè mi hanno fermata senza scontrino con la pelliccia di volpe che mi ero appena comprata. Andrò da Santoro a serviziopubblico giovedì prossimo a farmi le mie ragioni
ciao
Jess
Ciao Jess,
RispondiEliminacerto gli infortuni sono sempre un'incognita che incombe come una mannaia sulle carriere di tutti. A me sto ragazzo non fa impazzire troppo, ma è meglio di tanti e sa il fatto suo.
Dolgopolov ormai è una certezza. Forse mai raggiungerà picchi di costanza, classifica o vittorie negli slam...ma è già affermato. Nella sua gradevole imprevedibilità.
Sei stata a Cortina di un pezzo? Pensa che io ho perso la mia pelliccia d'ermellino. Qualche cencioso me l'avrà rubata...
Ciao =)