Day
12 – Dal vostro inviato che con le citazioni latine da bocciatura in prima
ginnasio, va forte almeno quanto Formigoni. E che però, leggendo 250 commenti
per la submentale riflessione di un cerebralmente stitico su livetennis o altro
sito generalista e solo una decina qui, avverte addosso uno strano fatalismo
suicida. E voglia di cambiare hobby: stalker dei submentali quasi-vip da Grande
Fratello su twitter. Vi terrò informati, teniamoci in contatto.
Serena
Williams: 8. Divertente, alla fine, osservarla mentre sbatte
gli occhioni col fare della consumata attrice di soap opera. Mosse e moine da
bambolona finto-bionda che fanno di lei una Marlyn nera e con circa mezzo
quintale di muscoli in più. Pochi istanti prima aveva sbranato Agnieszka
Radwanska. Un set e mezzo di assoluto dominio rullante, a livelli di imbarazzo
reale. Ancor più incredibile perché condotto col motore tirato a ¾ di velocità,
attenta solo a non sbandare o strafare. Quando l’altra inizia a difendere bene,
va un po’ fuori giri e tende a disunirsi, perde il secondo e inizia contratta
il terzo. Poi però, d’esperienza e classe, riprende la marcia. Impressionante. Quando
ha voglia e quella imponente massa muscolare gira senza intoppi, non ce n’è ancora per
nessuna. Orche, picchiatrici, sapienti regolariste, tecniche avventrici, maschi
metrosexual e chi più ne ha. Con queste isteriche bambolone spocchiose ed
urlanti, sembra ci giochi. Le porti al luna park prima di tirarle un colpo tra
capo e collo.
Agnieszka Radwanska: 7.
Quel boato che accoglie il suo primo game vinto sullo 0-5 è quanto di peggio
possa esserci. Triste, avvilente, involontariamente umiliante. Ma forse ha il
dono di svegliarla dal torpore e dalla paralizzante emozione di una finale a
Wimbledon. Mette il mantello di Mandrake con l’occhio da faina e le inesistenti
labbra a cuoricino, riuscendo ad incartare un po’ il feroce felino nero, prima
di arrendersi. Composta, sobria, a tratti leggiadra nella sua regolarità
difensiva, se rapportata alle sbraitanti gigantesse che la circondano, mi
convince ogni volta di più. Buona manina, e qualche discreta trama, nella noia
infernale. Durante la premiazione piange come una bimba, mangiucchiando una
caramella (al lampone, azzardo) innanzi all'impagliato Re stoccafisso Filippo d'Edimburgo (che secondo
me deve tanfare orrendamente di naftalina). Un po’ ci aveva creduto, di poter
rimontare, vincere e diventare una delle più incredibili numero uno al mondo
della storia, alla sua prima semifinale di major.
Victoria Azarenka: 4,5. Serena ridicolizza ancora questo agghiacciante incrocio tra Linda Blair e Freddy Kruger. Tambureggia orrore urlato a tutto spiano,
ritmate roncole con incessante colonna sonora di cicale indemoniate. E se qualche
cartone animato non pilotato dagli sponsor riscrivesse le regole sul “punto
disturbato” includendo la sirena continua? Impossibile. Serena la schianta di giustezza e poi battendo Agnieszka in finale le consente di rimanere numero
uno.
Caroline Wozniacki: 2+. A
racchettoni da spiaggia sarebbe bravissima, secondo me. Anche divertente e con
un collo affusolato da cigno. Sicuramente meglio delle mia goffa amica Cinzia,
ridicola.
Angelique “Briegel” Kerber: 6
(di timore). Questa con le cosce spacca le noci di cocco, comunque. Ogni volta
che (mio malgrado) la vedo, mi balza alla mente una raffinata riflessione
sociologica: Come mai i tedeschi nel tennis femminile producono terrificanti
prototipi di panzer cruenti, iperagonisti ed irriducibili, mentre tra gli
uomini spuntano solo ciclamini leziosi e anagonisti (o anal-agonisti, che rende
di più l’idea)? E chi lo sa. Immagine utilizzata dai siti sadomaso quella della
“mistress” Kerber con lo schiavetto Petzschner, impegnati in un misto da
leggenda. Questa tedescona con le gambe da terzinaccio del Borussia
Monchenglandbach è stata congegnata in modo diabolico. Alla mancina roncola
ora abbina una folle capacità difensiva. Altra semifinale raggiunta
disinnescando le sfuriate della connazionale Lisicki. Il futuro è suo. Quindi
non disperatevi se doveste morire nel breve periodo.
Petra Kvitova: 4. Vincitrice uscente, in fase di confusionaria
abulia e salute approssimativa. Si arrampica fino ai quarti. Pesta sodo e a ben vedere ha
più mano, tocco e capacità di variazioni rispetto ad una Azarenka o Sharapova,
ma non basta contro il carnefice Serena.
Tamira Paszek: 6,5. La balconata austriaca dalle inestricabili discendenze
multietniche ha un rovescio assai geometrico e dritto meno efficace che però mi
diverte parecchio, quasi un gancio spezzato mentre spadella una piadina. E sui prati si trova a meraviglia,
come una mucca all’invasato pascolo. Sarà perché sull’erba riesce
prodigiosamente a controbilanciare il terrificante fardello di due tette
spropositate, lavorando sull’inerzia capezzolare dopo anni di studio nella
galleria del vento di Kitzbuhel. Gran battaglie vinte in rimonta, prima di
arrendersi con decoro alla Azarenka nei quarti. E via. Occhio appallato, terrificante
pugno sul cuore, sguardo di cattiva esaltazione al suo angolo ed “ajde” a piene
tette. Istantanee da non dimanticare. Perdio. La salva solo una specie di surreale bruttezza simpatica.
Maria Kirilenko: 6+. Bona è bona. Niente
da dire.
Sabine Lisicki: 6,5. Lo scalpo
di Maria Sharapova è qualcosa per cui proporne una beatificazione a Benedetto
XVI che, pettegolezzi di portineria, pare abbia assistito agli incontri dei
suoi connazionali pupilli in canottiera sul divano, scofanando crauti, bevendo
birra, scorreggiando e tirando bestemmioni leggendari. Su erba Lisicki si trova
benissimo perché è brava a piegarsi sulle gambe. Vedi questa sua inclinazione,
quasi talento naturale, anche quando esulta tutta piegata sui gamboni con la
bocca aperta e i denti da roditore in bella evidenza. Che poi, se in una notte
di plenilunio dovesse mai congiungersi con un Andy Murray ebbro di Nesquik e
caramelle mou, dall’incresciosa copula nascerebbe un toporatto albino. Brava
nel liberarci di Masha, perde da Kerber e fallisce una finale alla sua portata.
Camila Giorgi: 6. Se le insegneranno
una parvenza di approssimativa tattica rinvenibile nel manuale delle giovani
marmotte, diverrà molto forte. Per ora tira e roncola da ogni lato e verso. Un
tennis spartano, estremo nella sua violenza, quello di questa ragazza docile e
timidissima che con gli occhi velati di tristezza e in un curioso ispano-americano-italiano
confida come dopo il successo su Pennetta le sarà (forse) concesso un gelato.
Serena a quell’età ti avrebbe risposto che avrebbe festeggiato mangiando un
pollo vivo, ubriacandosi in un night e forse facendo un’orgia ristretta. Il suo
è un tragico ossimoro che spesso coincide con vessazioni e schiavismo minorile.
Sarà. Ad ogni modo questa docile picchiatrice furiosa ha mezzi tecnici e fisici
da far gridare all’attentato per la tardiva esplosione.
Maria Sharapova: 2. A casa. Annichilita da Lisicki. La sera stessa
l’hanno sentita rantolare come una svitata durante un party mondano della city.
Kim Clijsters: 6. Alla carriera che va finendo.
Vince tre buoni match. Wimbledon non è stata mai la sua casa, ma vederla
congedarsi raccogliendo appena due games dal panzer Kerber, mette molta
tristezza.
Vera Zvonareva: 7,5. Idolo
indiscusso. Sempre di più. Ogni volta capace di
sorprenderti con una sfumatura nuova venata d’irreale. Dopo mesi
difficilissimi, il fisico sembra reggere. Vince due ottime battaglie. Gioca
contro Clijsters quando, tutta paonazza e con gli occhioni chiari abbottati
di lacrime, chiede l’intervento del medico. Ed ecco la luminare con lo
stetoscopio, che controlla il battito pazzo del cuore di quest’eroina perdente.
Virtuosa della sconfitta carpiata.
Sara Errani: 3,5 (d'infinita stima). Sull'erba sembra la talpa che invece della terra prova a fare la buca sul ghiaccio.Riesce a perdere un set senza vincere un punto, la neo top ten. Una cosa che se ci provi a 6 anni contro un quindicenne molto forte, mica ci riesci. Anche per sbaglio, un punto lo fai, se l'altro sbaglia. E infatti la vittoria, specie sul veloce, non dipende da lei ma dall'avversaria (numero 5 o 100 che sia).
Sara Errani: 3,5 (d'infinita stima). Sull'erba sembra la talpa che invece della terra prova a fare la buca sul ghiaccio.Riesce a perdere un set senza vincere un punto, la neo top ten. Una cosa che se ci provi a 6 anni contro un quindicenne molto forte, mica ci riesci. Anche per sbaglio, un punto lo fai, se l'altro sbaglia. E infatti la vittoria, specie sul veloce, non dipende da lei ma dall'avversaria (numero 5 o 100 che sia).
Francesca
Schiavone: 6. Affronta l’erba senza quella spocchia da madre sacerdotessa
con lo sguardo volto a lontani orizzonti e melancolici tramonti parigini che sol'ella puote conoscere. Gioca da erba,
sfruttando bene quelle che sono le sue innegabili doti tecniche. Nervosa per la
pioggia, si disunisce e perde la grande
occasione di battere Petra Kvitova. Le urla lancinanti e strappa viscere di
vitello, sono un altro conto. In questo inizio ad essere insofferente anche
verso la mia eroina Maria Josè (4,5, n.d.r), figuriamoci con le altre. Anche una
virtuosissima ballerina che danza in un modo soave, se si presenta ragliando come
se la stessero scotennando e con le gambe pelose, trasformerebbe il mio godimento
in un momento pulp. Persino Eleonora Abbagnato diverrebe cosa bruttissima, indecente. "Consideri il tennis balletto classico?", dimanderà qualcuno. In un certo senso, risponderei. Ma di questo però, tratto in un mio saggio sull’etica nell’estetica
del bulbo pilifero applicato alla “morte del cigno” di una ballerina zoppa.
Super Serena, però, come da tempo ormai, i tornei WTA sono in preda alla roulette dell'est con qualche spruzzo di random qui e lì.
RispondiEliminaVoto 10 e lode per la descrizione dell'incontro tra la Lisicki e Murray!
A domani, sperando che il disagio non trionfi del tutto sul campo centrale!
Sì, ma stavolta Serena le ha sistemate tutte. Non può che farmi piacere. L'americana è discutibilissima per certi versi, ma meglio di tante.
EliminaCiao Klimt, a presto.
i 250 commenti al pezzo dello stitico servono soltanto a colmare il vuoto interiore lasciato dall'articolo, proprio come ci si riempie di cheesburger/cioccolatini -secondo preferenza- per colmare la voragine creatasi nelle viscere assistendo ad una vittoria di Nadal o Djokovic nel tempio di Wimbledon.
RispondiEliminaLeggendo un tuo articolo ci si sente sereni ed appagati, e non vi é alcun vuoto da riempire (se non con una bella, fresca birra chiara, come in un post-orgasmo dei sensi), proprio come quando si assiste ad un Kohli che schianta un picchiatore sull'erba o una semifinale Safin-Federer agli AO2004 o Federer-Djokovic a Wimbledon 2012. Finito quello, va bene così, non c'é null'altro da aggiungere.
Quindi, per l'amor del cielo (e del tennis), non cambiar hobby ;)
Ma certo, se guardiamo bene anche la D'Urso fa più spettatori di un film minimalista cecoslovacco. Gigi D'alessio vende più di un gruppo di peruviani che fanno musica andina e raccontanop gli errori della conquista di Colombo. Moccia vende più di uno scrittore esistenzialista moldavo morto di tisi nel 1993.
EliminaE' la vita, in fondo...:)
Ingeneroso il 2 alla splendida Masha
RispondiEliminaMa nella grande simpatia. E con deferenza. :)
EliminaNon ci lasciare, non abbandonare il blog! E' una boccata di ossigeno ad ogni lettura.
RispondiEliminaForza Roger e complimenti!
Matteo
Ciao Matteo, molte grazie. Ma anche cime stalker di autoproclamatisi vip, sarò divertentissimo...:) Ciao, a presto.
Eliminaottimo!
RispondiEliminaconcordo su tutto, in special modo le tue valutazioni riguardo gli innumerevoli tentativi di cercare di sprecare il talento della giorgi e l'apprezzamento riguardo la kirilenko....eh si è proprio bona....
massimiliano
Non so se siano tentativi di sprecare talento...ma una col suo braccio ed il suo fisico, non può entrare nelle prime 100 a 21anni. Se pensiamo a Wozniacki che a 19 stava....va beh, lasciamo perdere. :)
EliminaCiao Massimiliano, a presto.