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lunedì 23 aprile 2012

FED CUP, E I DANNI DELLA GRANDINE



Pare che i responsabili del palazzetto di Ostrava, abbiano chiesto gentilmente al nostro capitano di levare, alla svelta, il disturbo. Temevano procurasse un terremoto, un incendio, o l’invasione delle locuste assassine. In partenza per Hong Kong, ove tenterò la difficile vittoria nell’internazionale torneo di “insulto acrobatico con scappellamento a destra, come fosse Antani”, ne approfitto per fare un breve sunto dell’elettrizzante settimana tennistica. Inizio con le donne, sia mai che qualcuno osi scambiare la mia fiera misantropia per vile misoginia. Un bravo politico pensa sempre alle future generazioni, più che alla sua. Allo stesso modo, anche un bravo tecnico sportivo, penso.

Capitani coraggiosi, con chiome scosse dal vento. Che le azzurre avessero ben poche chances di battere la Rep. Ceca sul veloce di Ostrava, lo sapevano anche in Tasmania. Una ed obbligatoria, era la via per il miracolo: portare a casa i due punti di Safarova e giocarsi tutto nel doppio. Perché contro Petra Kvitova, pur ferma da tempo, tutte e quattro messe assieme, le nostre avrebbero solo potuto recitare qualche pietosa Ave (oh) Maria a fior di labbra. L’ipertricotico e ciarliero condottiero azzurro (ai secoli, il Barazzutto) però, tra una rutilante battuta e l’altra, spreme le meningi studiando come evitare anche la minima speranziella. Ed alla fine opta per Errani e Schiavone. Per carità, se ne sono viste di peggiori. Il trattorino bolognese è di una pochezza tecnica smarrente ma, tuttavia, visto anche il momento di coma (poco) vigile delle altre, la sua scelta non mi è sembrata clamorosa. Pregare per pregare, tanto vale puntare sulla sua regolarità, accettando il rischio che le ceche in normale giornata violenta, la infilzassero come un totano arrotato. Un po’ di dubbi lascia l’ennesima presenza di Schiavone al posto di Pennetta. Entrambe reduci da un periodo di epocale catastrofe, ed entrambe acciaccate. La maggiore attitudine al veloce, e lo score della brindisina in Fed Cup sul veloce, facevano propendere nettamente per lei. Ma si sa, il capitano coraggioso metterebbe Schiavone in campo anche barellata e con maschera d’ossigeno. Tale e tanta è la devota ammirazione, che qualcuno (un pettegolo di Novella2000) pare lo abbia visto intento in onanistiche evoluzioni ed ululati fantozziani, pensando al tennis della Francy. Ma va bene, la scelta c’è.
Pronti, via, ciao-ciao bambinaaa.  Eri-eiar è la solita. Grande/Fabretti. Pare si vogliano contenere, per precise direttive aziendali o improvvisa folgorazione sulla via della decenza. I latrati della Schiavone mi risultano fastidiosi almeno quanto le somme cappellate del duo-cabaret e, previgentemente, abbasso il volume. In realtà, l’intero confronto si chiude dopo il primo match. Schiavone regge discretamente, ma finisce per soccombere alle mancine e pulite schioppette di Miss Berdych allo specchio, Lucie Safarova. Meglio delle catacombali previsioni, l’italiana, ma increscioso come con tutta la sua (stimata) classe ed esperienza, non sia stata capace di far girare il match quando all’avversaria ha iniziato a tremare il braccio. Anzi, nel successivo tie-break il suo braccino tremolava di più.
Poco altro si poteva sperare per riaggiustare le sorti del confronto. Un suicidio di Kvitova, ad esempio. Ma Petra, pur lontana dalla forma ottimale, è tennista di altra categoria. Chiaro come il sole di mezzodì. Ovvio, paga qualche pausa o errore di troppo, a causa di un tennis rischiosissimo. Ma quello è il suo mestiere. Il modo in cui sgomina le resistenza di Errani, rasenta l’imbarazzo vero. Il nostro garibaldino criceto urla, corre e sbraita, e sbuffa. Ma finisce per essere sbranata in un sol boccone dalla paciosa belva mancina. Il resto, è solo accademia. Nemmeno le (potenziali e sempre più rare) maggiori capacità di variazione di Schiavone, possono niente contro la numero uno ceca. Petronia gioca al gatto col topo, lascia scappare l’avversaria poi, quando e come vuole, sciorina tutto il suo campionario di folli accelerazioni, e le riagguanta con parziali imbarazzanti. Gioca quasi un altro sport, questa ragazzona. 
Consuete farneticazioni di stato, targate Eri-eiar. Si fa in tempo solo ad ascoltare qualche frescaccia dei due inviati in cabina (di casa propria, ovvio). Puntuale, ecco il colpo di classe, come la stop-volley di Supermac. Il ghigno di contrita e spetazzante emozione sull’intenso primo piano di Barazzutti. “E guardate Corrado!!! (che grinta!)”. Ma come diavolo deve sembrare, ai suoi occhi? Non si capisce, ma è ormai leggenda. Quindi altre gemme elargite con sufficienza. Il confronto tra Errani e l’imponente ceca rasenta la brutalizzazione tecnica. Io sono imbarazzato. Quelli invece ci credono. Arrivano ad abbeverare la nostra ignoranza col concetto di talento mentale. “La ceca sarà un talento tennistico, ma Sara ha talento mentale invece.”. O ancora, instancabile: “Giocatrice di gran tocco Saraaa!! Capace anche di molte soluzioni di fino a rete…Kvitova invece non è proprio a suo agio nei pressi delle rete, eh Rita(h) che dici?”. Errani ai loro occhietti cisposi è una specie di Navratilova destra. Appena il tempo di finire la frase, che la nostra stupra, indecorosamente, una volée che avrebbe chiuso anche il mio gatto. Col manico della racchetta. Di destro, lui che è sinistro. E l’altra, la sprovveduta ceca, chiude il match con una spaventosa ed esemplificativa stop volley.
Qualcuno che trovi un mestiere serio a quei due, si trova?
L’ascetico vaneggiar viaggiante di Schiavone. Intanto si può godere dell’ennesima intervista di una Schiavone sulla via dell’ascesi ultraterrena. A mezza voce, senza muovere nemmeno il labbro e col consueto “occhio della madre” rivolto verso mondi sommersi, ci regala una fiammata degna di nota: “Devo capire perché questa benedetta palla non viaggia…”. Ebbè, chiamiamo anche Mago Zurlì o il Divino Otelma, per farci spiegare come mai non viaggia sta pallina. Nell’estate del 2003 spiegai ad un submentale ragazzino di 8 anni che non si può mica tirare una palla arrotata, alta, in sicurezza, e che allo steso tempo viaggi come un siluro. Gli ossimori si studiano alla scuola dell'obbligo. Quello capì, la nostra si fa delle domande mistiche.
Ceche 3-0 ed inutili match restanti d’esibizione. A completare questa fantozziana Caporetto, il nostro Capitano Ragioniere dell’ufficio sinistri completa l’opera. Vuoi forse mettere Vinci-Errani in doppio? Le ceche sono forti, eh. E se perdiamo? Robertina Vinci rischia di perdere anche il suo prestigiosissimo record di imbattibilità in doppio. Voglio dire: record, d’imbattibilità, in doppio, di Fed Cup. Ci tiene davvero la tarantina a questo insulso record da guinness? La vedremo in una trasmissione della D’Urso assieme a Pin Ping? Può essere. Il ragioniere, come altre volte, lascia astutamente in panca Vinci. Errani/Pennetta, coppia inedita. E la brindisina s’infortuna al polso. Abbastanza seriamente. Uno spera che finisca alla svelta, almeno tornano in Italia vive.
Il Cassandro drogato. Ad elargire vaneggianti vaticini, spesso si sbaglia, ma qualche volta ci si azzecca. Due anni fa, dopo il sontuoso 5-0 che al Foro le italiane inflissero alla Rep.Ceca, dissi che era bene entusiasmarsi. Ma non troppo. Perché le ceche tra due/tre anni potranno batterci. Contano su almeno 6/7 ragazze tecnicamente validissime, ottime doppiste e due giovanissime potenziali top 10. Mi presero per pazzo, o per quel tristo figuro che vuol sempre sminuire i trionfi azzurri. Ma va bene. Ciò che mi appare inquietante, è come l’Italia sia l’unica nazione che da anni vive esclusivamente su quelle quattro (pur grandi) tenniste. Senza mai, neppure negli impegni più facili, azzardare l’inserimento di qualche giovanotta. Anche per evitare che qualcuna di esse (potenzialmente fortissima, se le insegneranno la temperanza di un colpo a ¾ una tantum) possa snobbarci in futuro, facendo una pernacchietta e preferendo giocare per la Birmania. Basta guardare altrove: Francia, Belgio, Germania, Spagna, Turkmenistan...Hanno sempre dato spazio al giovanissime tenniste, anche over 200. In Italia è proprio il legame con le senatrici, a poterci dare l’abbraccio mortale. Grandi risultati nel presente, nessuna attenzione rivolta al futuro. 
Masters 1000 Montecarlo: Lutti, noia, sbadigli, nel bel mezzo di una parvenza di tennis agonizzante.
Vince Rafael Nadal alla fine, dominando nettamente un Novak Djokovic incapace di infliggere l'ulteriore uppercut al già minato ego del maiorchino. Nole vuoto come un fantoccio sgonfio, niente ha potuto. Amen, il resto è vuoto ripugnante. Quando tra i due non c’è nemmeno quella vis di feroce combattività da Colosseo, i loro match si risolvono in passerelle avvilenti. Nadal, parso pimpante ed in palla, ha dominato anche perché giunto più fresco alla finale, senza nessuna fatica sul groppone. Djokovic ci è invece arrivato dopo battaglie tirate e rimonte, nei match con Dolgopolov e Berdych. Settimana invero assai difficile per il numero uno al mondo, in lutto per la scomparsa del nonno. Non ci nega però qualche scenetta da commedia dell’arte, dopo il successo con Dolgopolov. Annesse preghiere, sguardi al cielo, e lacrime inconsolabili. Anch’io giocai uno scolastico match di pallamano, il giorno dopo la dipartita di mia nonna. In nessuna delle mie marcature feci plateali sceneggiate di commemorazione, al cielo. Sarà perché invece del pubblico, c’erano dei blocchi di cemento armato.

4 commenti:

  1. articolo spassoso come sempre :)
    il duo comico ha commentato solitamente con la solita boria, ma devo dire che rispetto ai compiacimenti nazionalisti di Biella si è intelligentemente moderato.

    Non penso, o non voglio pensare, che la Vinci non abbia giocato per quest'inutile record. Può darsi che la Pennetta si sia offerta lei stessa di voler contribuire alla causa persa italiana (anche a Biella aveva giocato il doppio, sostituendo la Errani).
    In quanto al Barazza, col senno di poi, devo ammettere che stavolta non ha fatto un'altra delle sue megalitiche cantonate scegliendo Schiavo e Errani contro la furia ceca: la Pennetta era prenotata alla degenza infermieristica e la Vinci è un eterno jolly con la tenuta mentale di un'anguilla (ricordo ancora la tremenda rimonta subita con la Bartoli a Parigi due mesi fa). Francesca e Sara ci hanno provato, e hanno salvato anche il teatrino italiano evitando di prendersi un'ammutolente bicicletta. Non è necessario essere catastrofici (ci saranno altre occasioni, temo).
    Un saluto!
    Mich

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  2. Ho ascoltato a tratti il duo/cabaret. Meno vaneggiamenti nazionalistici del solito. :)
    Alla fine sì, mi sono divertito a riderci sopra, ma non è che il coach potesse fare altre scelte. A posteriori, soprattutto.
    Davvero non riesco a comprendere perché abbia giocato Pennetta, quel doppio. Qualche il motivo di scombinare continuamente le coppie. L'unico cui ho pensato, appena l'ho saputo, è stato per il "famoso" record. Ma, per carità, è solo una congettura.
    Chiaro che non c'entra molto, se il polso era malconcio, poteva farsi male anche nel primo match a Stoccarda. Comunque in ultima istanza, avrebbe dovuto rifiutarsi lei di giocare, vista l'inutilità. Forse non se l'è sentita di dire "no", perché poteva essere fraintesa, o non so.
    Ciao Mich, alla prossima.

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  3. Il talento mentale- è spassosissima!!!
    Io mi sono persa tutto, tanto era prevedibile e aspettavo il tuo sunto da leggere. In Italia in generale si ha proprio paura di far esordire i giovani e, le senatrici sono una delle tante caste. Secondo me va sostituito baruzziti e voltata pagina perchè il tempo inesorabile si trascinerà le nostre tenniste di punta e errani lasciamola perdere.
    Ho visto Montecarlo ed anche abbastanza bene, ho visto la sceneggiata montecarliana, mi è dispiaciuto per la finale però perchè Rafito così si tira su il morale
    Jess

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  4. Massì, le quattro sono state protagoniste di grandi successi a squadra, sono le nostre migliori. Ma senza rinunciare del tutto a loro, si doveva (amiomodestoavviso) provare ad inserire ciclicamente qualche ragazza giovane anche over 150/200. Purtroppo pensano sempre al presente, e mai al futuro. Il CT, bah...non so, penso che la colpa non sia nemmeno sua. Ragiona come un impiegato sottoposto. Sceglie ciò che decidono altri duca-conti galattici. Negli uomini vede le classifiche e dirama le convocazioni. Poi...non levatemelo, mi sto appassionando...=)
    Rafito ha avuto vita facilissima...ma credo che difficilmente potrà fare l'en plein Roma-Madrid-Roland. pensando che poi ci sono Wimbledon e le Olimpiadi, forse meglio (nell'ottica Nole/Federer) rinunciare a qualcosa ora...
    Ciao Jess, alla prossima

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.