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lunedì 17 febbraio 2014

JOHN MCENROE, I 55 ANNI DEL GENIO RIVOLUZIONARIO





«Che poi, amico mio, parliamoci chiaro, vuoi mettere il fascino sulfureo e la vivida capacità di colpire l'immaginario collettivo, in un afflato di sconclusionata venerazione quasi mistica, con venature di vibrante sodomia cerebrale mentre asessuati putti si spompinano in letti di omosessuale passione platonica e paradossi zenoniani, di cui è stato capace Johnny Mac? Gnoseologicamente, intendo. Ma non scherziamo». E lì poteva partire l'applauso leggendario del reparto e premio «Vendola 2014», o l'internamento coatto nel vicino centro di salute mentale. Il vischioso infermiere con faccia di topo e sicumera da cardiochirugo, ordina di aumentarmi la dose di calmante per cavalli andalusi. Poi va a cambiare il pappagallo nella stanza di fianco.
Ogni anno, tra residui di cioccolatini scaduti di San Valentino, polemiche di politici squilibrati su Sanremo e manciate di coriandoli squagliati ai bordi di grigie strade nel tristo inverno, si finisce per ricordare John McEnroe, che in quei giorni compie gli anni.
E' verità incisa con un punteruolo su roccia perenne: John McEnroe è il ribelle del tennis, anche trent'anni dopo. Come un cazzotto alla bocca dello stomaco o sadica carezza, scardinò sepolcri imbiancati di un tennis vetusto. Moderno anche oggi che ha 55 anni e ha attraversato svariate ere zoologiche tennistiche, rimanendo al passo coi tempi. Tanto ai microfoni, quanto come vecchia gloria in esibizioni con cachet da rockstar e sponsor che se lo contendono manco fosse un top ten. Perché al mondo c'è ancora gente che paga più volentieri per un acuto del vecchio Plant solcato da maschie rughe, rispetto a tre ore di concerto dei Tokyo Hotel.
John McEnroe ha rivoluzionato il tennis. Rivoluzionario non sanguinario ma sanguinoso o al limite pazzoide. Non troneggia su magliette di Warhol come il Che, ma nei videogiochi assieme agli eroi moderni, con immagine cult: boccoli rossicci, fascia in testa e maglia colorata del tie-break leggendario con Borg a Wimbledon del 1980. L'anno dopo finì per scardinare definitivamente la difesa dell'orso svedese e col sacrilego «you cannot be serious» squarciò il silenzio di vetro del Tempio Sacro. Scandalo. Imbalsamato pubblico londinese scosso dal maleducato supermoccioso. Regali preoccupati a Bukingham Palace. E' ormai storia. Tra paradiso e inferno, bellezza o raccapriccio, un tocco inimitabile e carattere da volgare genio paranoico. Santo e diavolo. Lo veneri o lo detesti, non è mai esistita la normalità, l'oggettività degli stronzi, per lui.
Chiedo a un ragazzino di otto anni di indicarmi un tennista del passato e quello, senza esitazione: John McEnroe. Mica il ciondolante recordman Sampras o il freddo orso Borg, che hanno in bacheca il doppio dei suoi titoli. Ci sarà un motivo, no?
«Come lui ne nasce uno ogni cento anni», disse il Rino Tommasi, con la sintesi dei più grandi. Mica come me che ho impiegato 40 righe per non dire un cazzo.


Blasfema appendice, pregna di un sadico nulla. Un conoscente, una specie di anzianotti lampadato e coi neuroni bruciati dai raggi uva, mi racconta, estasiato, di un Simone Bolelli straripante nel challenger di Berghèm. Buona notizia per i colori italiani (e per le mie tasche, bookmakers 5 volte pazzi), oltre al tracotante e ormai solido top 15 Fognini in finale a Baires. Contento per Bolelli, ragazzo mite e molto sfortunato, reduce da lungo stop dopo l'operazione al posto. Gode dell'insano tifo di molti ultras di Federer (pazzi, ma di una pazzia inquietante) perché anni fa, a un giornalista italiano, lo svizzero fece i complimenti al tennista di Budrio. Non sanno di come Roger abbia detto le stesse cose di Victor Estrella a un pescatore dominicano, di Kittipong Wachiramanowong a un autista di risciò thailandese e di tale Pedrito Cabezón, gnomo messicano di un metro e dodici, sorseggiando bevanda al tamarindo durante una vacanza ad Acapulco. Perché così si fa, dando un contentino ai locali. Mentre i saggi dominicani non ci sono cascati, qui hanno rovinato Bolelli con l'appellativo di «Federer italiano». Buon talento, devastante ma prevedibile e obbligato schema servizio-dritto con pochi miglioramenti negli anni. Per il resto, tra i primi 60/70 potrà tornarci agevolmente, sperando di sbagliarmi ancora per difetto.

13 commenti:

  1. Bello l'omaggio a JMac!
    Bole effettivamente è stato sfava contro 3 dei 5 avversari, probabile scetticismo verso il suo stato di forma.
    S'è (ri)visto un buon Trevisan, speriamo che non sia un unico acuto, visto come stava giocando avrebbe tranquillamente fatto partita con i Brown e Struff....
    Salutone!
    Paolo

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    1. Sì, tornava dopo l'infortunio. Ma aveva giocato il doppio a Melbourne e quello di Davis (3 su 5). un minimo di cautela ci stava, poi il resto l'avrà fatto la classifica e scommettitori ingannati.
      anche quando era favorito, 1,50 con Gaio (!) o 2-0 a 2,30 sembravano un regalo.
      Trevisan, boh. Grande promessa, persosi per problemi fisici e pare scarsa voglia di soffrire. Se ci prova seriamente, chi lo sa.
      Ciao Paolo, un saluto a te

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  2. E, pertanto, auguri di buon compleanno, John McEnroe ! O è meglio non farglieli questi auguri, a lui eterno ragazzo-ribelle ? Già, non mi sembra che gli piaccia essere ricordato che il tempo passa.
    Sto seguendo (con un occhio solo) Almagro vs Dolgopolov a Rio. Almagro lo vedo dimagrito, un figurino, corre come un leprotto (inutilmente visto che Dolgopolov dopo il primo set perso va come un treno). Per la cronaca: Almagro 0 Dolgopolov 6 al terzo set. Che con la perdita di peso abbia perso troppe energie, povero Almagro ?
    Per tornare a John-Eterno Ribelle ritengo che dovrebbe sentirsi lusingato per l'omaggio che gli hai reso.
    Ciao Picasso, una buona serata e un cordiale saluto.
    Anna Marie

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    1. Dici che ne sarebbe lusingato? per me direbbe: «ma che cazzo scrive questo idiota». E lo accetterei, servile.
      Almagro dimagrito, dici? Non lo vedo da tempo, ma può darsi. Forse la nuova capigliatura da playboy lo sfina. Immagino sia stato un incontro irrazionale, se ce n'è uno.
      Bene abbia vinto Dolgopolov, uno di quelli che ancora riesce a riconciliare con questo sport.
      Ciao a te Anna Marie, a presto

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    2. ... servile. E' bella questa. A parte che non ti vedo proprio in atteggiamento servile. A meno che con McEnroe, e solo con lui, saresti disposto a fare un'eccezione.
      Ora però ti lascio perché voglio vedere Nicolas Mahut a Marseille (vs Ricardas Berankis). Mahut è uno dei miei preferiti, perché mette in campo sempre questa gran voglia di fare bene, non è mai noioso. Per dirti, mi piace il suo impegno nell'affrontare (tutti) i suoi avversari con quel tennis per niente banale.
      Ciao Picasso, buon pomeriggio
      Anna Marie

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    3. Bel confronto, in generale, Mahut-Berankis. Il lituano gioca bene. Senza i gravi infortuni e malgrado i limiti fisici (sarà alto un metro e un pacco di Brooklyn) sarebbe molto più in alto.
      Ciao a te Anna Marie, a presto.

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  3. Grazie dio del tennis per averci regalato McEnroe.

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    1. Ah, non ci piove. Lui, sempre schivo e mai sopra le righe, potrebbe rispondere: perché mi devo ringraziare da solo?

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  4. Non riguarda la discussione, ma segnalo il cammino PERFETTO (quando scrivo è in corso il match contro Serena) della Cornet - classe 1990 - nel torneo di Dubai. Gioco entusiasmante, vario e intelligente. Se trova continuità può diventare grandissima.

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    1. De Gustibus, sicuramente il suo atteggiamento (mix tra Errani e Sharapova, e arroganza immotivata) mi distorce il giudizio. Sempre considerata una noiosa tegolarista. Quest'anno ha cambiato molto (vista alla Hopman cup), diventando più offensiva e gettandosi spesso avanti.
      Lo scorso anno la vidi ridicolizzata al Foro dall'italiana Burnett. Un bradipo falloso che, ad avere un minimo di mano (come Kurumi Nara ieri), angolando un minimo la mandi fuori fase.

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  5. Ciao Pic,

    hai visto ieri Dolgopolov contro Ferrer? Io attonito sobbalzavo dalla sedia come un invasato tra seconde di servizio da ritiro di rachetta passando per smorzate tali da lasciar Ferrer (!!!!) fermo, a rovesci circensi con salto in avanti, dritti millimetrici eccetera eccetera. Una cosa pazzesca, l'elogio dell'imprevedibile!!

    Klimt

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    1. Visto qualcosa, quasi tutta invece l'esecuzione di Fognini. Se per qualcuno l'italiano è la quintessenza della genialità (e un po' lo è), Dolgopolov dovrebbe essere due gradini sopra Dio.
      Leggo che Nadal per poco non perdeva da Andujar. Meno male che ha vinto, perché Dolgo-Nadal è da vedere e contro quelli forti si esalta.
      Ciao Klimt, a presto

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  6. Grazie Mac per tutte le emozioni che mi hai dato e che continui a darmi quando ti.vedo giocare ancora benissimo nel circuito over....dopo di te' non riesco a guardare piu' una partira di tennis senza annoiarmi..io sono fortunata perche' ho goduto del tuo talento della tua immensa classe delle tue sfuriate delle tue vittorie e ho pianto per le tue sconfitte e anche quando ti.sei ritirato...troppo presto...ancora oggi tutte le emozioni.che mi hai dato sono impresse indelebili.nella.mia mente e nel.mio cuore...quanto vorrei dirti quello che provo ed esternare l'ammirazione che ho per te' di persona..sarebbe troppo bello...sei un mito per me'....auguri mio grande eroe, non ti scordero' mai!! Mille e piu' bacioni!!!!

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Dissi io stesso, una volta, commentando una volè di McEnroe: "Se fossi un po' più gay, da una carezza simile mi farei sedurre". Simile affermazione non giovò certo alla mia fama di sciupafemmine, ma pare ovvio che mai avrei reagito con simile paradosso a un dirittaccio di Borg o di Lendl. Gianni Clerici.