Ci
mettiamo alle spalle una edizione tutto sommato divertente degli
Australian Open. Nel maschile finale scontato come un post di Peppe Crillo sugli altri che rubbèno. Tra le donne, clamorosa affermazione di un cinghiale
scappato dalla foresta nera tedesca.
Uomini
Novak
Djokovic 8. Si
poteva sperare solo in un propizio agente esterno. Macchina ormai
perfetta e tirannia inscalfibile. Il suo tennis robotizzato annienta
utopici volleanti, è ideale per avvilire il virtuoso tennis
d'attacco di Federer o quello a specchio di Murray. L'unico modo per
batterlo sarebbe addormentarlo, sfidarlo a prendere lui l'iniziativa
per poi trafiggerlo a sorpresa con zampate improvvise. Ci vorrebbe un
Gattone Mecir dei nostri giorni. Ci prova Gilles Simon (6,5), infatti
l'unico a impensierirlo realmente. Gli riesce la prima parte del
diabolico piano (addormentarlo offrendogli pallette smunte e
flatulenze tennistiche, tre metri dietro la riga), poi gli mancano
1067107 armi offensive del gattone slovacco per completare l'opera.
Andy
Murray 6,5.
Fa molta tenerezza. Contro questo Nole non ha proprio nessuna arma.
Sembra di vedere due auto perfettamente uguali, ma con una che ha un
motore molto più potente. Non resta che sperare che fonda o si
ribalti, e non accade.
Roger
Federer 6. Lui
invece è una macchina diversa, molto più bella, d'epoca e stilosa.
Ma con motore meno performante. Prova ad eliminare il gap con
virtuosismi e manovre agilmente spericolate in curva, ma esce di
strada. Resta uno spettacolo per gli occhi di chi ancora ama questo
sport inteso in certo modo. Tecnica e bellezza. E non può che
sperare che continui fino a 46 anni, anche senza dover vincere per
forza. La Rod Laver Arena è ai suoi piedi santi, quasi imbarazzante per
l'avversario giocare in un ambiente più ostile di un incontro di
Davis da affrontare in trasferta. Un brillantissimo giornalaio
(equidistante quanto Capezzone con Berlusconi), prima della semifinale
fece notare come tutto dipendesse dalla capacità dello svizzero di
superare una determinata percentuale di punti vinti al servizio.
Tennis percentuale. Numeri, madre e padre di ogni scienza e demenza.
Tutto vero, sacrosanto. Quando Roger avvicina il 70%, vince sempre.
Ma proprio sempre. L'unico, infinitesimale, trascurabile, dettaglio è
che quella percentuale riesce agevolmente ad ottenerla affrontando
Andujar o Berdych, quasi mai con Djokovic. Perché il serbo risponde
in modo mostruoso. Ma si sa, il livello di idolatria è tale che si
arriva a pensare che lo svizzero giochi da solo, come al poligono con
Dio e se stesso (che poi per molti sarebbe un conflitto d'interessi
clamoroso). La realtà è più semplice e banale, scevra da isterie
ultras. Questo Federer (guai a chiamarlo vecchio), esprime ancora un
tennis magnificamente bello, a tratti sublime, e vincente con tutti.
Eccetto uno, la cui intensità è ormai difficilmente avvicinabile.
Irriconoscibile anche nelle interviste Roger, con polemiche e sottili
irrisioni agli avversari. Nadal, Djokovic? No, Tomic. Arrogante coi
deboli, accomodante coi forti. Peccato.
Milos
Raonic 7.
Da sgraziato, inguardabile Peppa Pig, antitennis col goldone al
braccio, a nuova sensazione, persino piacevole, nell'opinione
pubblica dedita al pallone il passo è breve. Intendiamoci, questo
non è mai stato Isner o Karlovic ma un tennista vero. Il talento e
le potenzialità le ha sempre avute. Necessitava solo di un po' di
salute, fisico capace di sopportare il tennis violento e ordine
tattico per mettere insieme diverse soluzioni. Quella vecchia volpe
saggia di Piatti è riuscito nell'impresa. Nel suo sguardo leggi un
compiaciuto “Ne abbiamo fatto un tennista”. Servizio bomba,
dritto dinamitardo, uniti a efficace (a tratti pure piacevole)
sevizio e volée possono farne un temibile fab five. Altre armi
contro cui Djokovic dovrà trovare contromisure, perfezionando il
software.
Tomas
Berdych 5. Un
decennio da forte, appena meno forte dei fortissimi. La differenza
tra campione e buon giocatore. Senza quei quattro lì uno slam non lo
avrebbe vinto ugualmente. Forse nemmeno giocando da solo, perché è
più perdente di Gasquet. Solo meno piacevole a vedersi.
David
Ferrer 6. Sarà
perché invecchiando ci si rincoglionisce, ma in Australia mi ha
persino commosso. Tutti a chiedersi dove trovi ancora energie a 34
anni per macinare chilometri con un tennis dispendiosamente agricolo
e stare lì, nei quartieri nobili.
Bernard
Tomic 5,5. Sbertucciato
da sua santità Federer, cui risponde con personalità. Ma la top ten
non è mica così lontana. Il problema è che è sempre più vicino
un bar.
Lleyton
Hewitt 7.
Si congeda dal suo pubblico senza sfigurare. Inizio carriera
straordinario, da indomito guerriero vincente. Seconda parte da
comprimario, combattente mai domo dal “c'mon” che ha fatto
tristemente scuola.
Nick
Kyrgios 5.
L'incontro con Berdych era spartiacque, snodo perfetto per dimostrare
di poter fare il salto di qualità. Lui lo perde, ciondolando in
canottiera, come avesse fretta di andare ad un apericena per finti
teppisti.
Radek
Stepanek 7,5.
Rientra dopo sette mesi, passa le qualificazioni e un turno, poi si
arrende ai manrovesci di Wawrinka. Perde, ma vince. Perché le sue
volée sublimi, riccioli e smorzate scucchiaiate col balzello, sono
irrisione pura, giocosa, goduriosa. Si diverte un mondo. Basta vedere
la faccia di Wawrinka, avanti due set e un break, ma livido di rabbia
per quell'impunita derisione tennistica. Vorrebbe scavalcare la rete
e prenderlo a racchettate sul gozzo. Avanti fino a 45 anni, si spera.
Donne
Angelique
Kerber:
Toccava anche questo, Angelicona Kerber campionessa degli Australian
Open: forse il colpo di grazia finale a una Wta agonizzante. Trionfa
questo curiosissimo esemplare, tremendo incrocio tra un würstel di
pollo, il terzino del Verona scudettato Briegel con le cosce che
scoppiano e una centometrista della Ddr (senza malizia).
All'apparenza serafica nipotina di Derrick, poi invasata cinghialona
bavarese dalle difese estenuanti. Laceranti. Prende e rimanda tutto
dall'altra parte della rete. Impressionante. Mai visto un simile
tennis muscolarmente difensivo. Si passa dal tennis forzuto
attaccante al tennis forzuto difensivo, confronto ben evidente nella
finale vinta con Serena. Ma se Nadal fu visto come "anti
tennis", sobillando anche più di qualche dubbio su una benzina
non del tutto lecita, il fiorire improvviso del crauto Angelicona è
per magia "la vittoria del tennis". Il culo sospetto di
Nadal pallettaro, e il cuore infinito della Kerber dal fisicismo
straordinèrio e colpi storti. Perché il lavoro paga. Forse
perché il primo aveva osato ostacolare il semidio Roger, mentre
questa fata dall'occhio ceruleo ha sbarrato la strada al (da molti detestato) donnone nero
Serena?
Sarà.
Resta capace di trovare una settimana di forma (voglia il cielo)
irripetibile, corre ingobbita e piegata in inguardabili recuperi
dietro la riga (la morte civile del giuoco tenns). I suo paradossale
merito è mostrare le miserie tecniche della wta: mostrare i limiti
clamorosi a rete di quella che malgrado simili madornali orrori è
forse la più forte di sempre.
Serena
Williams 6. Straordinaria nel mettersi alle spalle l'armageddon
newyorkese. Distrugge tutte, poi in finale si lascia irretire dalle
estenuanti difese del tornado Angie, che la costringe a tirare un
colpo in più. Lei invece di tirarlo, finisce per andare fuori di
testa, ha fretta, si butta avanti, mostrando a rete dei limiti da
manovale. 47 errori gratuiti e un campionario di oscenità, obbrobri volleanti da vietare a minori e facilmente impressionabili.
Agnieszka
Radwanska 6,5. La cosa forzuta tedesca vince uno Slam e lei
ancora a guardare. Perfetta fino alla semifinale con Serena, dove non
le riesce quello che è riuscito alla Kerber. Perché ha troppo
tennis e gambe che sono quanto un braccio della tedesca. Vincerà a
Wimbledon, segnatevelo.
Johanna
Konta 6. La vedi mentre fluttua il braccio come un cigno e
fa rimbalzare la pallina oltre la testa, che già sono scese sei
ernie e hai cambiato alla prova del cuoco.
Victoria
Azarenka 5,5. Stante Serena data per tumulata e una Halep
versione ectoplasma, pareva la vincitrice mutandata annunciata. Veste
anche il piglio da truce camionista smoccolante, ma cade vittima del
cinghialone Angie. Due bestemmioni, un rutto e via, verso nuove
avventure.
Garbine
Muguruza 4,5. Basta una variazione, impune drop di una gnappa
ceca e la giovin puledra rampante va fuori giri. Rompe e deraglia
fuori dallo sterrato, nitrendo.
Barbora
Zahlavova Strycova 7. Raggio di luce (gioco forza perdente) nella
wta. Tagli, isteriche smorzate, sfrontati riccioli. Ridicolizza
Muguruza, soccombe alla Azarenka, di cui è nemesi incompiuta.
Daria
Gavrilova 6.5. La vispa Teresa, esagitata, pazza, vince tante
battaglie e con quel “I'm good from behind” spiega tutto,
mettendo in allerta anche quelli di Libero quotidiano, sempre sul
pezzo.
Eugenie
Bouchard 4. Ristabilita dopo aver battuto la testa a New York e
aver chiesto risarcimento danni allo scalino. Importanti novità
tecniche portate in Australia: il nuovo taglio di capelli lesbo
style. Fermento e smarrimento tra i fans dalle inquietanti occhiaia.
Maria
Sharapova 3. Ancora meravigliosamente disossata da Serena
Williams.
Naomi
Osaka 7. La vedi e pare una Serena Williams con gli occhi a
mandorla. Potenzialmente devastante, e con facilità di sparo non
comune.
Laura
Siegemund 6+. Ecco la Germania che piace. Crucchetta frutto di
uno sconcio rapporto sodomitico tra Carlsten Braash e una foca monaca
del circo bulgaro. Miracolo se resterà tra le 100.
Zheng,
Zang, Zing o Ping Pong. 6. Non mi ricordo manco come si chiami.
Una che a 26 anni non aveva mai vinto una partita di slam, fa quarti
di finale.
Roberta
Vinci 5. Occasione gettata al vento. Tranquilla e in pace con se
stessa, alla sua ultima stagione. Forse troppo.
Sara
Errani 3,5. Schiaffeggiata dalla Gasparyan. Perde, non si diverte
più. Mette il muso e vorrebbe portarsi le palline a casa.
Camila
Giorgi 5. Perde al primo turno con Serena, senza sfigurare
troppo. Convinta (dal certosino studio dell'avversario) che quel
corpulento donnone fosse Winzie Jefferson.
Sintesi deliziosa, come al solito. Secondo te sentiremo parlare della Gasparyan? Non è elegantissima ma ha un tennis particolare di sti tempi. Ciao!
RispondiEliminaGià, di questi tempi trovare una che gioca il rovescio a una mano è un'impresa. E' buona, ha potenziale notevole e per me ne sentiremo parlare anche ad alti livelli. Magari ha la tendenza a sparare tutto, ma è anche giovane ('94) tempo per cresce ne avrà, considerando che qui si considerano giovani promesse quelle del '91...
EliminaCiao Bruno, grazie davvero e alla prossima
Spero che prima o poi leggerò un tuo elogio alla Suarez Navarro campionessa slam!!
RispondiEliminaP.s. Sono l'unico al mondo a non annoiarmi a vedere Nole??? (amo la preparazione e il miglioramento, quasi mai il dono di natura)
Il fisico nel tennis moderno è tutto. Per me Carletta tennisticamente è (di molto) superiore a Kerber e Pennetta. Deve solo trovare le due settimane in cui tutto va bene.
EliminaA quanto leggo, non sei il solo. Djokovic è perfetto per questa era da playstation. Io, e i vecchi bacucchi come me, siamo abituati ad altro. A Lendl preferivo McEnrore, a Wilander Mecir, e via dicendo...